Il labirinto , quel percorso tra siepi  che talora si trova in antichi parchi , nasconde nella sua intricata varietà e complessità di percorsi tra il suo ingresso e la sua uscita,  la strada per venirne fuori.

Si può affrontare un labirinto girando a caso con percorsi scelti ogni volta casualmente fino al momento del panico oppure si può scegliere un qualche metodo.

Uno di essi è per esempio seguire costantemente  il percorso che si apre sulla propria destra  o che si apre sulla propria sinistra.

In questo modo si percorrerà sicuramente la strada più lunga di tutto il labirinto ma se ne uscirà con assoluta certezza.

Il labirinto è una metafora dei percorsi associativi della mente.

L’associazione spontanea svela qualcuno dei tanti  passaggi  che vanno dal simbolo al suo significato profondo.

Facciamo un altro esempio .

In auto molti hanno uno strumento, il navigatore GPS, sul quale si imposta il punto di partenza ed il punto di arrivo e la macchinetta dopo qualche secondo ci dice il percorso possibile più breve.

Il piccolo computer del navigatore GPS calcola tutti i percorsi possibili tra la partenza e l’arrivo scarta quelli che mandano l’auto nel burrone o dentro il fiume, comparano tra di loro le distanze tra i vari percorsi e spiattellano sullo schermo il percorso più breve.

E la voce del navigatore inizia la solita manfrina: svolta a destra , svolta a sinistra, ricalcolo il percorso, ecc. . finchè guida  l’auto fino  alla sua destinazione .

E’ altamente probabile che la funzione intuizione funzioni nello stesso modo.

Grazie ai legami associativi che legano tra di loro i contenuti inconsci con i loro tanti  subsignificati, legami  che attraversano la coscienza per molte strade possibili solo in piccola parte svelati dalle associazioni spontanee, la funzione intuizione usa il computer centrale cioè il cervello per ricercare (un bit dopo l’altro , un neurone dopo l’altro) tutti i percorsi possibili che grazie ai tantissimi legami associativi vanno dal simbolo onirico al suo significato profondo.

Elabora per  un po’ tutti i percorsi associativi possibili fino a che sforna nella coscienza il significato “più giusto” rispetto a quel simbolo onirico.

Nota a margine piuttosto integralista :Qualunque cosa sia frutto della mente umana essa è anche rappresentazione di un qualche contenuto inconscio o di un suo qualche meccanismo inconscio di funzionamento, normale o patologico che esso sia .

E’ così e non  potrebbe che essere così dato che si può pensare SOLO con il cervello (benché qualche volta parrebbe che taluni usino per lo stesso scopo  parti  del loro corpo destinate ad altre funzioni meno nobili).

 

 

 

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