Tempo fa scrivevo che se un astrofisico fosse cosciente di sé e la sua coscienza avesse quindi un rapporto costruttivo con il suo inconscio e con i suoi istinti probabilmente scoprirebbe molte più cose della materia oscura dell’universo di quanto non se ne siano scoperte fino ad ora.
Non era un battuta di spirito.
Il cervello, la cui coscienza è dissociata e schermata nei confronti del suo inconscio e degli istinti dell’individuo, è in massima misura impegnato a costruire in sé uno scenario di informazioni (le famose protesi del falso sé) indispensabili per realizzare un adattamento alla realtà che consenta all’individuo stesso la sopravvivenza, pur nella assoluta mancanza di informazioni su un “organo psichico” assolutamente vitale come l’inconscio .
Inoltre le sue funzioni e le sue capacità sono assorbite anche dallo sforzo di attivare e costruire resistenze e schermature CONTRO quell’inconscio e quegli istinti.(*)
Compensativamente di solito la coscienza sviluppa perciò anche una funzione razionale ipertrofica , funzionale a quel lavorio.
Il cosiddetto “problem solving” esiste in quanto esiste il cervello il quale è geneticamente predisposto a risolvere appunto i problemi per la sopravvivenza e per l’esistenza umana.
Risolvere i problemi per la sopravvivenza, in condizione di dissociazione della coscienza, è in effetti un problema con i controcazzi.
Un problema di enorme complessità che richiede una genialità eccezionale.
Che comunque è a disposizione del cervello , di qualsiasi cervello.
Si immagini un pugile mingherlino con il braccio sinistro paralizzato , con un braccio destro con la muscolatura ipertrofica e molto scarso di gambe che debba sostenere un incontro per la sua sopravvivenza con un lottatore di sumo in piena forma.
Il diventare coscienti di sé, l’avere superato i tanti conflitti intrapsichici paralizzanti, l’aver miniaturizzato le informazioni che descrivono l’immagine del Sé nella coscienza (ed il simbolismo anche a questo serve) , l’aver connesso la coscienza a tutto il patrimonio istintuale dell’individuo , l’aver chiuso la coscienza stessa alle infinite dissocianti suggestioni di realtà ed avendola invece aperta, tramite l’inconscio, all’Universo rende disponibile la grande potenzialità del cervello, di cui si è prima detto, a favore della vita e della qualità della vita dell’individuo stesso.
L’ideazione , la possibilità di conoscenza e di acquisirne di nuova , la capacità intuitiva, la capacità elaborativa delle informazioni scientifiche non sono elementi in sé asettici e disponibili a tutti.
Essi sono invece condizionati , determinati e parzializzati dalla condizione psichica dell’individuo.
Che può pensare e capire solo ciò che la sua coscienza dissociata gli consente di pensare e di capire.
All’interno inoltre delle resistenze , delle schermature e dei conflitti di cui si diceva.
Ed ancora nei limiti della capacità di elaborazione residua del cervello condizionata com’è dai compiti straordinari che la condizione dissociativa gli impone.
(*) Si osservi per esempio la capacità elaborativa e la capacità di capire a 360 gradi degli individui che manifestano sintomi di razzismo di varia natura , sintomi che di una condizione di patologia psichica molto severa riferiscono.