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Il linguaggio, umano e non, ha una quantità di articolazione con le quali si manifesta e si esprime: C'è un linguaggio onirico, c’è un linguaggio corporeo e posturale, c’è un linguaggio verbale nelle sue svariatissime forme e c’è un linguaggio comportamentale.
Il bambino fin dai suoi primi giorni di vita esprime i linguaggi che istintivamente è in grado di esprimere , i linguaggi che lo stadio di sviluppo del suo cervello in formazione e della sua coscienza anch’essa in formazione gli consentono di esprimere.
L’ambiente parentale infantile , a causa del tipo e del livello di sviluppo psichico che lo condiziona più o meno pesantemente, accetta alcuni dei linguaggi espressi dal bambino nel corso di quel suo sviluppo fisico e mentale ed al contrario rifiuta , respinge e corregge i linguaggi che il suo tipo di sviluppo psichico ritiene inaccettabili o inappropriati.
Ed accettando e rifiutando continuamente SIGNIFICANO a quella piccola psiche del loro tipo e del loro livello di sviluppo psichico.
Comincia così l’addestramento della coscienza infantile per adattarla all’ambiente parentale.
Comincia così l’imprinting infantile.
Comincia così ad essere impressa nella coscienza infantile una impronta identica al tipo di sviluppo psichico dei suoi genitori.
Quando questa impronta comincia a consolidarsi in quelle piccole coscienze inizia un fenomeno “curioso”.
Il bambino comincia ad esprimere nei suoi linguaggi la tipologia di sviluppo che la sua coscienza ha appena appreso andando a rappresentare così nella realtà ai suoi genitori ciò che essi ignorano di loro stessi.
Andando cioè a rappresentare ad essi la loro stessa inconscia e negata tipologia di sviluppo psichico.
Così come essi negano costantemente ed inconsciamente a loro stessi di vivere in quel tipo di sviluppo psichico e con quel tipo coatto di sviluppo psichico così ora nella realtà sensibile reprimono nel bambino i linguaggi che quel tipo di sviluppo , che ora è del bambino ma che a loro appartiene e da loro discende , consente al bambino stesso di esprimere.
Per cui il bambino si comporterà così come i genitori lo hanno inconsapevolmente addestrato a comportarsi e quegli stessi genitori tenteranno di reprimere questi comportamenti operando nella realtà e verso il bambino lo stesso tipo di rimozione e censura che essi continuamente operano in loro stessi.
Al bambino viene così inferto un messaggio fortemente contradditorio: “Sii come sono io ma non comportarti come io stesso ti ho imposto di fare”.
Non solo.
Le varie forme di repressione e di censura imposte al bambino impongono esse stesse meccanismi coattivi che imporranno al bambino stesso comportamenti disturbati e disturbanti i quali continuamente evocheranno e stimoleranno nei suoi genitori gli stessi comportamenti repressivi già precedentemente attuati .
Queste riproposizioni comportamentali coatte sia nel bambino come nei suoi genitori hanno la funzione di consolidare e cristallizzare sempre di più nella coscienza infantile il tipo di impronta che l’imprinting ha via via strutturato in essa.
Quindi in una prima fase si è addestrato il bambino alla rimozione di sé, del suo Sé e di tutta o di parte della sua istintività e successivamente lo si addestrerà alla rimozione dei linguaggi che lo stesso ambiente parentale lo ha inconsapevolmente addestrato ad esprimere.
Così, com’è ovvio, nascono i conflitti intrapsichici.
Come ci si potrà stupire delle malattie mentali che insorgeranno in quel ipotetico bambino da adulto ?