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Le imprese di derattizzazione sanno benissimo che se mettono un boccone avvelenato il primo topo che lo mangia muore ma nessun altro topo mangerà più quel tipo di boccone.

Personalmente non sono mai d’accordo con chi uccide animali , a qualsiasi specie appartengono (compresi gli esseri umani ovviamente).

Però posso capire che ci possono essere talora esigenze sanitarie che rendono necessaria la derattizzazione.

Ma torniamo al punto.

I derattizzatori avendo compreso della esistenza di quel meccanismo di difesa dei topi avvelenano i bocconi delle trappole con un anticoagulante.

Il topo mangia il boccone avvelenato, torna nella sua tana e dopo qualche ora muore a causa di una violenta emorragia.

Non riuscendo a collegare la disgrazia che lo sta uccidendo con il cibo ingerito qualche ora prima non può avvisare gli altri topi del percolo.

Questa forma di comunicazione tra inconsci dei topi (il primo mangia il boccone avvelenato , si rende conto che sta morendo ed il suo inconscio avvisa tutti gli altri inconsci dei topi della zona: “non mangiate quel cibo vi ucciderà”, e subito dopo il primo topo tira le cuoia però salva gli altri) a livello di esseri umani e di psicoanalisi si chiama transfert.

Se nel suo piccolo aiuta i topi a sopravvivere (malgrado i derattizzatori)  tra gli esseri umani contribuisce a far superare a questi ultimi le disgrazie che un imprinting infantile distorto ha inflitto loro.

 

 

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