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L’allargamento della coscienza e l’integrazione dei contenuti del proprio inconscio progressivamente rarefa gli effetti che le ferite inferte alla psiche infantile ancora portano ai comportamenti in senso lato dell’individuo.

E’ ovvio che quelle ferite restano nella memoria ma soprattutto restano nella storia psichica dell’individuo ma assolvono ora in essa una nuova funzione , un nuovo ruolo.

Esse diventano ora le “parole” di un linguaggio attraverso il quale la condizione psichica dell’altro può esprimersi in una nuova forma che non sia l’incubo , il disturbo comportamentale, il sintomo psicosomatico, ecc..

Grazie a queste “parole” il problema psichico dell’altro trova una sua nuova ed insospettata forma di espressione nella psiche dell’analista , trova spazio e comprensione nella sua coscienza e raggiunge  perciò infine , grazie ad essa , la via dell’espressione verso la coscienza dell’altro.

Diventando quindi un strumento terapeutico di mutazione.

Le esperienze infantili che hanno a suo tempo ferito  sono fatti oggettivi del percorso infantile e quindi come tali sono assolutamente incancellabili .

Esse si trasformano ora però in una risorsa terapeutica indispensabile per l’aiuto da offrire all’altro.

 

 

 

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