Se è vero com’è vero che la coscienza del bambino, la quale sia stata già attinta dai costrutti castranti imposti dalla situazione psichica prevalente dell’ambito familiare, induce nel bambino stesso comportamenti (tipo per esempio l’enuresi notturna) tali da attirare su di sè l’attenzione di quell’ambito allo scopo di indurre nei genitori comportamenti che possano continuamente rinnovare, consolidare e perpetuare l’azione castrante iniziale allora è anche vero che la castrazione iniziale imposta a quella piccola coscienza non è irreversibile.
Nel senso che se i genitori responsabilmente, qualora osservassero nei loro figli comportamenti caratteriali, frutto ed immagine com’è evidente della loro stessa condizione psichica , corressero ai ripari richiedendo per loro stessi l’aiuto terapeutico eviterebbero di cristallizzare nei loro figli la condizione dissociativa agli stessi inconsapevolmente imposta aiutando perciò sé stessi ed i loro figli nella direzione della crescita psichica.