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Come osservato e sperimentato più volte le esperienze iniziali che hanno attinto la coscienza del bambino/a le quali imporranno l’iniziale (e talora permanente) separazione da sé sono esperienze dolorose e talora dolorosissime.

La piccola coscienza infantile non essendo in condizioni di sopportare tali sofferenze da esse si difende rimuovendole.

E quei dolori e quelle sofferenze rimarranno perciò latenti nell’inconscio , talora per sempre, avvelenando lentamente la vita dell’individuo.

Nel caso si affronti una terapia o una autoanalisi, ogni volta che l’abreazione riuscirà a richiamare alla coscienza qualcuna di quelle esperienze  (che non è mai unica e viene comunque riproposta a diversi livelli della coscienza) il dolore e la sofferenza connessa a quelle antiche esperienze entreranno nella percezione dell’ego.

Come altre volte si è osservato parrebbe che la coscienza archivi le esperienze vissute nell’infanzia con una metodologia che per i buffer in informatica si definirebbe come F.I.LO. cioè First In Last Out.

Nel senso che l’esperienza  che più anticamente ha attinto la coscienza infantile , ciò che per prima l’ha attinta, sarà l’ultima a venire fuori ed a essere percepita nel corso della presa di coscienza.

E ciò in quanto essendo la prima o tra le prime di quelle esperienze essa più profondamente si è radicata nell’inconscio e più difficile e lungo sarà quindi il percorso necessario per la sua presa di coscienza vale a dire per la sua estirpazione e per la disattivazione dei suoi effetti perniciosi

 

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