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Con l’avvento dei computer e la sempre maggiore importanza che i linguaggi digitali hanno assunto in questo campo si è scoperto che con quella digitalizzazione si possono memorizzare enormi quantità di informazioni in piccoli spazi.

Oggi come oggi si può affermare che tutto lo scibile umano , tutta la conoscenza accumulata in secoli e secoli dall’umanità, è attualmente digitalizzata e memorizzata in dei big data.

Ed accessibile pressoché a chiunque grazie ai motori di ricerca.

L’intera Enciclopedia Britannica o di qualsiasi altra Nazione si può portare tranquillamente in tasca in una piccola chiavetta USB.

Ciò che mi piace di più è che anche la musica può digitalizzarsi, ed i relativi file comprimersi ,  e ciascuno può portare con  sé “tonnellate” di musica in una minischeda o una piccola chiavetta USB.

Ed ovviamente ascoltarla quando vuole.

Ma che significa tutta questa digitalizzazione,  miniaturizzazione e compressione delle informazioni ?.

Nel corso del processo di crescita psichica si può osservare , nel lungo periodo, che la sequenza dei simboli onirici che veicolano i tanti significati che vanno a costruire nella coscienza l’immagine del proprio Sé tendono a veicolari segmenti sempre più grandi della esperienza vissuta e segmenti sempre più grandi di quel lungo processo di crescita.

Si ha la sensazione come di una progressiva miniaturizzazione delle informazioni/significati che via via affluiscono alla coscienza.

Ed in effetti è esattamente ciò che succede.

La coscienza del Sé miniaturizza e compatta sempre di più le proprie informazioni lasciando libero sempre maggior spazio alla coscienza per tutte le sue elaborazioni.

Per cui si potrebbe pensare che l’individuo cosciente di sé abbia conquistato chissà che intelligenza ed abbia raggiunto chissà quale Q.I..

E’ ovviamente una sciocchezza .

Quel livello di intelligenza quell’individuo cosciente di sé l’ha sempre avuto.

Solo che gran parte della coscienza era impegnata a gestire le imponenti protesi del falso sé necessarie alla sopravvivenza dell’individuo e ad un sopportabile adattamento alla sua vita e perciò le restava ben poco spazio per tutto il resto.

Occorre riflettere su questo quando si incontra un bambino/a o un ragazzino/a classificato come handicappato mentale o autistico.

E’ molto probabile che siamo in presenza di una coscienza talmente  saturata dalle protesi del falso Sé da  lasciare ben poco spazio a tutto il resto.

Se non ci sono danni cerebrali e se il bambino/a o il ragazzino/a ha una se pur minima capacità di comunicazione e di rapportarsi con l’altro anche qui la terapia analitica , con lui e/o con i suoi genitori, potrebbe essere di aiuto.

Ed in taluni casi potrebbe sorprendere per quanto riguarda i risultati.

 

 

 

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