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Così come accade per i simboli ogni proiezione sull’oggetto veicola una pluralità di significati inconsci che l’oggetto rappresenta alla coscienza dell’osservatore.
Via via che quei significati inconsci vengono integrati nella coscienza la proiezione alleggerisce la sua forza condizionante e si alleggerisce perciò la dipendenza del soggetto dall’oggetto sul quale egli proietta.
Fino al completo dissolvimento della proiezione.
Le proiezioni sull’oggetto , quando l’oggetto è un essere vivente , oltre a creare un legame di reciproca dipendenza induce l’”oggetto” , a causa dei comportamenti coatti dell’individuo dissociato , a comportamenti adeguati e conformi ai significati inconsci che la proiezione proietta sull’”oggetto”.
L’”oggetto” diventa perciò rappresentazione vivente dei contenuti inconsci dell’altro perdendo progressivamente la propria identità , la propria autonomia e la propria soggettività.
La ribellione dell’”oggetto” da questa condizione di sudditanza psichica mette in crisi l’altro costringendolo a riportare in sè insopportabili conflitti che la coscienza è del tutto impreparata a gestire.