Partiamo dalla radice.

La coscienza del bambino/a appena nato è una pagina bianca,

Egli ha nel suo codice genetico il proprio personale ed esclusivo progetto di crescita fisica e di crescita psichica.

Il progetto di crescita fisica non viene ostacolato e segue la sua strada.

La coscienza del bambino/a ha, TEORICAMENTE, due scelte possibili:

-         Seguire gli imput del suo codice genetico/inconscio e sviluppare il proprio progetto di crescita psichica fimo a diventare cosciente di sé (cioè integrare in sè l’immagine del proprio Sé);

-         Seguire (ma come potrebbe fare altrimenti ?) la coercizione che l’ambiente parentale inconsapevolmente gli impone e cioè strutturarsi ad immagine della condizione psichica prevalente in quell’ambiente, quale che essa sia.

Lo schema , che nella vita si scoprirà poi essere ripetitivo, è perciò:

-         Davanti ad due scelte si “sceglie” dapprima (e non si può fare altrimenti) quella sbagliata.

-         Successivamente, se ci si rende conto dell’errore iniziale commesso, si cerca (e talora si trova) la scelta corretta.

In pratica accade che l’individuo compie dapprima una scelta sbagliata e, resosi conto dell’errore, compie una seconda scelta che di solito è quella giusta.

In campo psichico questa cosa si presenta come una quantità di sintomi , nevrosi ecc. (che riferiscono della prima “scelta” sbagliata fatta nella infanzia dalla coscienza.).

A questo punto l’individuo ha la possibilità di fare una scelta giusta : va in terapia analitica e successivamente inizia e porta a termine una autoanalisi  che porta la sua coscienza ad integrare l’immagine del proprio Sé, a diventare cioè cosciente di sé.

Questo schema ripetitivo tende  a riproporsi più volte nella vita.

Dapprima si fa una scelta sbagliata e poi, resisi conto dell’errore, si fa la scelta giusta.

 

 

 

 

 

 

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