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Se una qualche misteriosa autorità avesse imposto un interdetto sulla possibilità di acquisire conoscenza in un certo settore della scienza alzeremo altissimi lai su questa incomprensibile manifestazione di autoritarismo.
Faremmo manifestazioni e convegni su questa insopportabile oppressione della liberta intellettuale.
Sulla libertà di pensiero che tutti, ma proprio tutti , riconoscono essere uno tra i beni più preziosi e incomprimibili dell’essere umano.
Su questa repressione della possibilità dell’intelligenza di studiare e conoscere in quel ramo della conoscenza sul quale quell’interdetto è purtroppo brutalmente piombato.
Eppure quell’interdetto esiste.
E , somma beffa alla scienza ma io direi all’umanità tutta , proprio con l’inconsapevole accordo di ciascuno di coloro che quell’interdetto accetta in sé.
Esiste infatti un ramo della conoscenza SCIENTIFICA sul quale quell’interdetto opera alla grande nella totale indifferenza della scienza, della filosofia della scienza e della epistemologia.
Si tratta di cosa talmente scandalosa ed eclatante da ricordare in qualche modo la favola dei vestiti del Re.
Vestiti inesistenti ma che tutti , bovinamente e beotamente , ammirano fino a quando un bambino innocente non rompe l’inganno collettivo e urla che “il Re è nudo”.
Questo ramo della conoscenza su cui grava quell’incomprensibile (eppure comprensibilissimo) interdetto è :l’inconscio umano,
L’inconscio dell’individuo , l’inconscio di ciascun individuo, l’inconscio di ciascun essere vivente.
Trattasi di cosa talmente scandalosa ed eclatante che sotto ci deve pur essere qualcosa di strano.
Anzi no , di morboso.
Ed infatti c’è.
Quell’interdetto, di fronte a tante menti eccelse e di grandissima cultura sia detto senza alcuna ironia, opera in quanto una diffusissima patologia mentale che si chiama “dissociazione da sé” impedisce a quelle menti eccelse , come del resto alle menti comuni, di capire di quel ramo della conoscenza scientifica che pure determina la vita, la salute e la storia degli individui e dei popoli.
In pratica un ramo della conoscenza scientifica che più centrale e vitale di così non potrebbe essere.
Eppure a così tanti quella condizione dissociativa impedisce di capire in questo settore della conoscenza senza che ciascun scienziato , ciascun individuo si possa rendere conto della potenza di quella limitazione che opera sulla sua mente e sulla sua coscienza.
Senza che quello scienziato , quell’individuo si renda conto di quanto accecante sia questa pesantissima limitazione.
Certo la PAURA DI SE’ , che quella condizione dissociativa impone, ha il suo ruolo.
Ma il coraggio non dovrebbe essere , tra le altre cose, dotazione del ricercatore ?.
Questa condizione umana ha innalzato un totem totalizzante alla intelligenza razionale , alla funzione razionale della coscienza , impedendo di rendersi conto che la coscienza umana ha un’altra funzione, altrettanto importante se non più importante, e cioè la funzione intuizione.
Funzione che mette in grado la coscienza di comprendere i linguaggi simbolici che sono i linguaggi con i quali la Natura si mostra e dialoga con il vivente.
A partire ovviamente dal linguaggio onirico.
Di questa pressoché sconosciuta funzione , dalla quale questo lavoro in grandissima parte nasce, alcuni conoscono vaghi barlumi e su quelle tenuissime scintille hanno fondato in svariate scienze formidabili ipotesi e teorie scientifiche.
Il totem della intelligenza razionale ci ha portato a credere che essa sia l’unica in grado di comprendere i meccanismi della Natura quando invece è la sola intelligenza intuitiva in grado di svelarne una parte dei meccanismi.
Fino al limite che la mente umana è in grado di raggiungere.