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Se le cose andassero come in Natura nel corso dell’imprinting infantile il contenuto istintuale (quale che esso sia) dell’inconscio attingerebbe la piccola coscienza infantile e da essa verrebbe integrato .

Si stabilirebbe così un collegamento libidico e non solo tra quell’istinto e la coscienza .

L’integrazione di quel contenuto strutturerebbe altresì  nella coscienza stessa una coazione a ripetere.

Ogni volta che l’ambiente richiede l’attivazione di quell’istinto esso attiverebbe la sua corrispondente coazione a ripetere nella coscienza la quale indurrebbe nell’individuo il comportamento a tale coazione  (ed al corrispondente istinto) correlato.

Se le cose andassero secondo Natura.

Nella realtà di solito la prima esperienza o tra le prime esperienze che di solito attinge la piccola coscienza infantile nel corso dell’imprinting è una esperienza che viene dalla realtà sensibile .

La coscienza rispetto ad essa struttura una coazione a ripetere.

Ogni volta che l’ambiente fa scattare quella coazione essa attiverà il comportamento correlato.

Se per esempio la prima esperienza vissuta da quella coscienza (e dal quel bambino/a) è una esperienza di sofferenza la coazione corrispondente, ogni volta che l’adulto inizierà la sua giornata , indurrà una sensazione di sofferenza (quale che sia la causa ambientale , e ce ne sono sempre, che costella ed attiva quella coazione.)

 

 

 

 

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