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Il senso di colpa è l’umano sentimento che assale chi compie una azione ingiusta.
Che coglie chi compie una prepotenza o una violenza sul più debole.
Quale che sia la causa immediata che lo ha generato il senso di colpa ha una radice antichissima nella vita del soggetto.
Egli è colui che ha subito nella propria infanzia , forse subito dopo la nascita soggetto indifeso ed incolpevole quanto mai altri , una orribile prepotenza .
L’ambito parentale infantile ha inconsapevolmente represso brutalmente il “bambino divino” cioè ciò che la Natura genetica dell’individuo proponeva alla piccola coscienza del bambino/a e che quell’ambito bruscamente ha rifiutato.
Rimuovendo il progetto di crescita psichica, il processo di crescita psichica, nell’inconscio e tenendolo là segregato.
Ed infliggendo insieme una sofferenza ed un dolore le quali , esse pure segregate nell’inconscio , inseguiranno l’individuo per tutta la sua vita .
Sommandosi alle mille deformazioni della vita che quella iniziale rimozione inevitabilmente produrrà.
L’individuo ha subito perciò una orribile prepotenza da un ambito che per altro verso spesso offre amore e protezione.
E perciò ancora più incomprensibile.
La coscienza infantile assorbirà quella prepotenza , quella violenza e la farà propria.
E l’individuo adulto continuerà perciò per tutta la vita inconsapevolmente ad esercitare su sé stesso, sul proprio inconscio, sui propri contenuti istintuali, sul proprio Sé quella iniziale brutale violenza.
Ora perciò è proprio lui (tramite la sua stessa coscienza) il prepotente che esercita la sua violenza sul più debole , sui suoi contenuti istintuali, sul suo inconscio, sul bambino indifeso mai cresciuto.
E perciò il senso di colpa diventerà ben presto un sintomo patologico che scatterà per ogni nonnulla ogni volta richiamando alla coscienza sia la prepotenza a suo tempo sofferta sia la prepotenza, quì ed ora, dalla sua coscienza esercitata.