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Il denaro, molto, e la ricchezza, tanta, di pochi ha strutturato nel tempo nelle nazioni, democratiche o totalitarie che siano, una piramide.
Una piramide molto acuminata nel suo vertice e con una grande base.
Negli esclusivi piani alti della piramide, i piani più alti poco sotto il vertice, i potentati economici, gli individui, le società, le finanziarie, ecc. posseggono l'ottanta % delle ricchezze di ogni paese.
Molto al di sotto di quel piano di privilegiati, praticamente al piano terra, il popolo, il quale più o meno miseramente si ripartisce il venti % della ricchezza.
Il quale venti %, così ripartito, è più una suddivisione di povertà piuttosto che di ricchezza.
Una piccola parte di quel popolo del piano terra gode delle sostanziose briciole che quelli del piano alto hanno loro concesso affinché remino più forte di tutti nella difesa degli interessi di quei pochi.
La massa, la gran parte di quel popolo, povero diffuso Sansone reso cieco da una condizione psichica patologica molto opportunamente resa perenne da una generazione all'altra, rema controvoglia a difesa di interessi di quelli dell'ultimo piano che continuamente la depredano, indotta per di più a credere che ciò sia per il loro bene.
E remando remando si ammalano e muoiono senza nemmeno sapere perchè.
E già nell'antico Egitto avevano cercato di farcelo capire: Migliaia di schiavi si ammazzavano di fatica per anni per costruire immense piramidi che dovevano servire per ospitare un unico stronzo, per di più già morto.
Che a loro avevano fatto CREDERE (Ah, le credenze che brutta cosa!!) essere un dio.
(scritto il 30/1/25)