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Una dice che suo marito va a caccia di cinghiali.
L’altra allora afferma il suo essere animalista e la prima si scatena in difesa del marito accusando la seconda di ipocrisia :sta mangiando or ora una bistecca !.
La prima continua, apparentemente saltando di palo in frasca, in una difesa strenua dei populisti e dei sovranisti (vanno di moda oggi) .
La seconda invece è europeista e giù a vantarne le meravigliose sorti e progressive.
Ascoltando bene si capisce però che non stanno parlando di politica ma di loro stessi.
E’ inevitabile .
Qualsiasi cosa diciamo , qualsiasi cosa facciamo non facciamo altro che esprimere cose più o meno profonde di noi stessi.
La prima signora sta in realtà svelando il conflitto che la dilania tra un complesso di castrazione che uccide e i contenuti profondi del suo inconscio (i populisti) negati e da tutti attaccati.
Lamenta insieme la perdita di “sovranità” che la coscienza dissociata toglie all’autonomia dell’ego e della volontà (altro che sovranismo !).
La seconda signora , quella europeista, manifesta e difende le resistenze che mantengono attivo lo status quo della sua coscienza dissociata pur manifestando la nostalgia per il suo Sé negato (l’animalismo) .
Per capire ci vogliono occhi ed orecchi ma dopo un po’ ci si annoia in quanto la storia tragica che ciascuno racconta è sempre la stessa.
E se indichi la strada che potrebbe aiutarli a venirne fuori ti guardano come se tu fossi un mentecatto.