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La crescita psichica normale , con la completa integrazione della coscienza di sé, dura dai diciassette ai diciotto anni.
Com’è ovvio ha la stessa durata della infanzia e della adolescenza.
La durata della terapia dipende invece dal livello di problematicità del paziente e dal livello di consapevolezza di sé dello psicoanalista.
Le cosiddette “terapie infinite” dipendono pressoché esclusivamente dalla pressoché inesistente consapevolezza di sé dello psicoanalista (oltre al fatto che egli, ed il suo guru di riferimento, mai hanno superato le proprie problematicità psichiche) nonché dalla sfortuna dei suoi pazienti che in costui/costei sono incappati.
La terapia dovrebbe servire a far superare al paziente i propri blocchi e le proprie maggiori resistenze in modo da fornire alla sua coscienza gli strumenti per potere proseguire da sola nel percorso di crescita e fornendole in particolare un nucleo di funzione intuizione che la mettano in condizione di potere integrare da sé i significati istintuali veicolati dai suoi sogni (percorso che avviene e può ben avvenire al di fuori dalla consapevolezza dell’ormai ex paziente) .
E ciò fino alla completa integrazione della coscienza di sé.
Può accadere che dopo il superamento di quei blocchi e la fine della terapia seguano alcuni anni di latenza che più o meno corrispondono alla durata della infanzia.
Come se la fine della terapia simboleggiasse una sorta di nascita (ed essa è in effetti ed in realtà una rinascita).
La fine della terapia viene annunciata dai sogni del paziente e da uno o più eventi significativi che accadono nella vita del paziente stesso e/o nel suo ambito familiare.