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Negli anni, della PSEUDOINFANZIA e della PSEUDOADOLESCENZA, quando il processo di crescita , così intensamente VOLUTO (ed in realtà geneticamente IMPOSTOMI) va in salita oppure quando va in discesa, quando si scopre in sè stessi tutto ciò che nella infanzia e nella adolescenza si sarebbe dovuto scoprire e non si è POTUTO scoprire, tante cose danno o possono dare fastidio.
In se stessi, negli altri, quà e là.
Ad alcune si può porre rimedio (ci si gratta e va via), ad altri poco alla volta non si dà più importanza *.
E si comincia a scoprire allora la TOLLERANZA.
Verso sè stessi prima di tutto, verso qualsiasi fastidio, verso gli altri.
Verso il proprio e l'altrui dolore, verso la propria e l'altrui sofferenza, verso la propria e l'altrui lentezza.
Ma al male, alla crudeltà della malattia mentale generalizzata, ed ai suoi effetti, che colpisce i deboli, gli indifesi, gli animali (e perciò noi stessi) a quello non ci si riesce proprio ad acquietare .
E nemmeno la tolleranza zen può farlo.
Ed allora l'urlo di una scrittrice, Michela Murgia, "Fare casino!!" , contro tutte le ingiustizie è da fare proprio, FORTE E CHIARO.
(*) Questa cosa assomiglia a quel marito geloso che prega il suo Dio: "Fa che mia moglie non mi tradisca!. Ma se dovesse accadere fà che non me ne importi!!".
(scritto il 26/1/24)