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C’è stato un periodo nel corso di questa ricerca in cui pareva che la coscienza percettiva non potesse funzionalmente comunicare con l’inconscio e che i contenuti significativi di quest’ultimo potessero perciò giungerle solo attraverso gli eventi reali sincronici.
Via via che il lavoro è andato avanti si è cominciato a capire che questa ipotesi non stava in piedi.
E non stava in piedi in quanto avevo inizialmente travisato la funzione dei fenomeni di sincronicità i quali sono in realtà un supporto rispetto alla integrazione dei contenuti significativi che i sogni portano alla coscienza percettiva e non quindi una fonte primaria, seppure indotta, di essi. (Spruzzatina di cenere sulla testa !).