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Quando il gatto "impasta il pane" esercita un comportamento rituale evocativo grazie al quale la coscienza regredisce fino a far affiorare alla percezione le stesse emozioni gradevoli che quel comportamento aveva suscitato in origine (l’affluenza del latte materno alla bocca).
In taluni gatti tale comportamento suscita perfino l'acquolina in bocca ed il bisogno della suzione.
Quindi i comportamenti rituali (ripetitivamente sempre uguali a se stessi) hanno, almeno nei gatti, funzione regressiva.
Negli umani parrebbero avere invece funzioni diverse.
Ogni forma di regressione negli umani fa percepire quasi sempre esperienze dolorose dato che la storia psichica degli umani è assolutamente simile pressochè per tutti.
Non a caso in molte antiche culture i comportamenti rituali erano finalizzati ai sacrifici umani.
Oggi i comportamenti rituali o hanno effetto consolatorio o sono degradati a comportamenti superstiziosi.
Quegli umani che non hanno vissuto la tragedia collettiva dell'imprinting infantile ed hanno avuto invece una infanzia felice, fin da subito dopo la nascita, forse hanno loro particolari comportamenti rituali grazie ai quali regrediscono a quella antica condizione di felicità.
L'amore ed i conseguenti comportamenti sessuali implicano un progressivo attenuamento degli stati di coscienza fino al culmine della sua perdita temporanea.
Cioè una regressione ad un antico stato di coscienza "felice" la quale addirittura può precedere la nascita.
(scritto il 14/3/23)