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Non ci si stupisca ma alla conoscenza sviluppata in questo lavoro ha contribuito in una certa misura il mio rapporto con gli animali ed in particolare con i gatti.
I quali avendo avuto di solito una infanzia felice spesso ne richiamano alla coscienza la memoria ogni volta che, accarezzandoli , iniziano ad "impastare il pane" con le zampe anteriori ed entrando in una sorta di trance.
L'infanzia profonda della specie umana è, fin troppo spesso purtroppo a causa del nefasto imprinting infantile, il luogo degli orrori psichici.
Che la coscienza infantile, per difendersene, rimuove ogni volta immediatamente.
Ogni volta che, un giorno dopo l'altro, da quell'imprinting, da quella comunicazione parentale inconsapevolmente castrante riceve, nel corso della lunga infanzia ed adolescenza, una profonda ferita.
Per cui gli esseri umani difficilmente hanno un 'luogo felice", in quella antica infanzia, da richiamare alla memoria.
Soccorre a questa mancanza talora l'ampliamento della esperienza nel corso della quale amore, passione, dolcezza e tenerezza hanno fatto da padroni per un più o meno lungo periodo di tempo.
Ed è quindi normale che a quelle memorie spesso si fa ricorso.
Non a caso si sostiene, con qualche buona ragione, che: "Il primo amore non si scorda mai".
(scritto il 1/2/25)