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Se prendiamo un individuo con tratti caratteriali omofobi e razzisti e gli mostriamo immagini che simbolicamente richiamano “l’odiato nemico” (non necessariamente simboli che richiamino i contenuti istintuali negati ma che richiamino aspetti delle diversità tanto odiate) sarà interessante osservarne le risposte comportamentali ed ideative.

Se poi applichiamo alla sua testa degli strumenti delle neuroscienze (pare impossibile ma presumo, potrò sbagliare, che anche individui siffatti hanno nel cranio un aggeggio chiamato cervello) si potranno osservare segnali che possono far capire qualcosa di più circa il funzionamento della coscienza

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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