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Dice un sogno:”Sono con mio padre .Io sono fuori dal porto e lui è dentro. Da fuori mi tuffo in mare e a nuoto lo raggiungo dentro il porto. Il quale è, mi pare, dentro una caverna , ed ha un fondo bassissimo. Per farlo vedere a mio padre tiro sùdella sabbia e della ghiaia dal fondo e faccio una piccola elevazione che fuoriesce dall’acqua. Un fondo di pochi centimetri e gli faccio vedere che è troppo basso per poter fare entrare barche ecc. . Mentre faccio questa dimostrazione di un fondo bassissimo emerge anche la gattina che mi saluta. Ed anch’io la saluto.”
In Ungaretti ed in questo sogno “il porto sepolto” (titolo della sua raccolta di poesie e simbolo in questo sogno) rappresenta l’inconscio.
Qualsiasi cosa con questo nome si voglia definire.
E dall’inconscio provengono i sogni e l’ispirazione poetica e creativa in genere.
Ed entrambi veicolano significati di quel mondo oscuro che dice di mondi interiori ancora più profondi.
Nel sogno nel porto sepolto la coscienza del Sé raggiunge il suo Sé ed è raggiunta dalla sua istintualità inconscia.
In quel porto , rifugio sicuro e protetto l’inconscio appunto, ha accesso, ora, solo la coscienza del Sé ,essendo interdetto ad esso ,ora, ogni altro acceso.
Come per la coscienza percettiva (vedi nella pagine precedenti) che è stata resa invisibile alle informazioni degradate provenienti dalla realtà sensibile anche l’inconscio , ora, è protetto da patologiche intrusioni come quella devastante subita subito dopo la nascita da parte del sovraccarico degli inconsci parentali.
Il quale, insieme ad un imprinting patologico e patogenico, hanno segnato , almeno fino alla terapia , la sorte della coscienza (e della vita) , dissociandola da sé.
(scritto il 16/3/23)