Racconto un episodio reale che molto dice o dovrebbe poter dire a genitori avvertiti oppure a quelli troppo sicuri di sé circa il loro rapporto con la vita interiore dei loro piccolissimi figli e circa le conseguenze di quel rapporto sulla vita attuale e futura di questi ultimi.

La gattina un giorno si accoppia felicemente con un maschio alfa che ogni tanto accede in casa per nutrirsi tra un vagabondaggio e l’altro per i grandi campi.

Nasce un maschietto amorevolmente accudito dalla madre.

Dopo qualche mese il cucciolo comincia la sua maturazione sessuale e le visite del grosso maschio alfa si fanno più frequenti.

Ed ogni volta il grosso maschio cerca di attaccare il maschietto che vede evidentemente come un suo concorrente sessuale oltre che come un intruso territoriale.

Il maschietto ogni volta scappa e quando cerca protezione nella madre questa lo scaccia via , a sua volta, essendo egli ormai svezzato da tempo.

La cosa dura per parecchie settimane e il cucciolo, che ha ormai quasi un anno, un giorno sparisce di casa.

Viene ritrovato dopo alcuni giorni (inspiegabilmente ??) morto nella tana in giardino che egli frequentava  per gioco quando era di poche settimane.

L’episodio deve far riflettere i genitori più avvertiti e quelli troppo sicuri di sè.

L’odio materno e paterno (assolutamente inconsapevole) verso il proprio Sé genera odio inconsapevole verso il piccolissimo Sé dei figli.

Il quale da questo odio adulto dei propri genitori non può difendersi .

Esso impedisce al piccolissimo Sé di affiorare alla coscienza del bambino/a e lo costringe nell’inconscio.

Dove può anche soccombere a quell’odio inconsapevole oppure restare lì asfitticamente costretto.

Stiamo qui parlando  della vita interiore di un piccolo essere umano.

In entrambi i casi quella condizione psichica coatta e coartata nei confronti del bambino/a svilupperà i suoi effetti patogenici a livello psichico ed al livello somatico nel corso della vita attuale e futura di quel bambino/a .

Forse i genitori  di quel bambino/a non saranno all’epoca più presenti o più in vita ma gli effetti patogenici di quel danno iniziale saranno ben presenti nella vita di quei figli.

 

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