Carlo Marx ha prodotto una analisi acuta e condivisa del capitalismo e del suo carattere predatorio.
Gli è scivolata la frizione e ha detto una grande cazzata quando ha scritto che il capitalismo crollerà da solo sulla spinta delle proprie contraddizioni interne.
La storia del capitalismo ci ha dimostrato che il capitalismo è invece ben in grado di sopravvivere alle sue crisi interne scaricandone ogni volta il peso e la sofferenza sui lavoratori e sulle classi più deboli.
Sia livello nazionale sia a livello planetario.
Tra il capitalismo e la coscienza dissociata c’è una sintonia , quasi un feeling di amorosi intenti.
Anche la coscienza dissociata non crolla e non crollerà mai da sola sotto il peso delle proprie interne contraddizioni.
In quanto essa scarica costantemente il loro peso sulla salute mentale e sulla salute fisica dell’individuo , che di quella coscienza è inconsapevole ed incolpevole portatore.
Scarica su di esso il peso e la sofferenza delle sue interne contraddizioni fino a distruggerlo.
Tanto “morto un papa se ne farà un altro”.
E la coscienza dissociata ed il suo amichetto, il complesso di castrazione, di materiale umano sul quale esercitare il loro potere nefasto e patogenico ne hanno a bizzeffe.
Non è certo un caso che chi proprio non capisce nulla di psicoanalisi e di simbolismo ed anzi ne rifiuta inorridito e scandalizzato anche il più lontano sentore è proprio l’individuo dissociato da sé il quale crede di essere libero di pensare mentre invece è proprio lui ad essere pensato dalle sue stesse resistenze.