Taluni vedono collegamenti e legami tra cose , oggetti ed eventi reali tra di loro lontanissimi.
Collegamenti e legami che vedono solo loro e nessun altro.
In questi casi sorge il sospetto , e talora non è solo un sospetto, che ci trovi di fronte ad una condizione di visione delirante della realtà.
Una visione alterata del reale che dice di una coscienza che crede di ragionare ed invece sta delirando.
Come al solito nella totale inconsapevolezza dell’ego che anzi quel delirio supporta e sostiene energicamente.
Altri vedono questi collegamenti e legami non tra quelle cose , quegli oggetti e quegli eventi reali ma tra ciò che essi RAPPRESENTANO.
Cioè tra i loro significati che li accomunano e li legano perciò insieme pur essendo essi cose , oggetti ed eventi tra di loro lontani anzi lontanissimi..
Inutile smenarla più di tanto e la cosa si spiega meglio con un esempio.
El trasbordador (il traghetto ,il traghettatore ) nella canzone “El carrettero” del 1967 del cubano Guillermo Portabales ed El trasbordador (il Caron dimonio dagli occhi di brage) del Canto III della Divina Commedia del 1472 del toscano Dante Alighieri sono “oggetti” tra di loro lontanissimi nel tempo e nello spazio.
Sono però entrambi figli della creatività umana cioè prodotti dell’inconscio che trafilano attraverso la coscienza e che si RAPPRESENTANO simbolicamente nella realtà.
O meglio che tentano di rappresentare nella realtà sensibile il loro significato.
Ed è proprio questo loro significato comune che lega insieme quegli oggetti, quelle cose, quegli eventi così lontani tra di loro nel tempo nello spazio.
Dato che l’inconscio umano è sempre ed in ogni luogo ed in ogni tempo nel quale viva un essere umano .
Ed il suo linguaggio è perciò sempre ed i suoi simboli siano essi onirici o no sempre interpretabili.
Come diceva Eraclito , Framm. n.1 :”Non intendono gli uomini questo Discorso che è sempre né prima di udirlo né quando una volta lo hanno udito, e per quanto le cose si producano tutte seguendo questo Discorso , è come se non ne avessero alcuna esperienza…”.
Parrebbe inutile aggiungere che ciò che Eraclito definisce il “Discorso” , il quale è comune a tutti gli esseri umani , si riferisce all’inconscio umano e a ciò che esso esprime e produce in forma simbolica.