Il gioco è la modalità che l’evoluzione ha messo a disposizione dei cuccioli di molte specie, compresa la specie umana, per insegnare alla coscienza cose fondamentali per il suo sviluppo. Esso assolve questa funzione nei cuccioli di ogni specie con l’esclusione in parte in quelli della specie umana.
Il motivo è presto
detto.
Gli inconsci dei cuccioli della specie umana vengono saturati, subito
dopo la nascita tramite il
transfert, dal rimosso
dell'inconscio dei rispettivi genitori.
Il che vanifica la
funzione del gioco infantile come mezzo di addestramento della coscienza
nella direzione della crescita psichica.
L'adulto che gioca compulsivamente spera inconsciamente che il suo gioco
insegni alla sua coscienza quelle cose fondamentali che essa non è
riuscita ad apprendere nel corso della infanzia.
Ed il riuscire a vincere in quel gioco rappresenterebbe, inconsciamente,
secondo lui il mettere a segno quell'apprendimento e superare quindi
l'antico impedimento che non gli ha consentito di crescere
psichicamente.
L'odio dell'adulto verso il gioco rappresenta invece l'avversione verso
uno strumento che nel corso della infanzia non è riuscito ad insegnare
alla sua coscienza quelle cose fondamentali per la sua crescita
psichica.
E ciò non certo per sua colpa ma
in quanto quell'apprendimento è stato di fatto impedito in quanto
avrebbe potuto insegnare alla coscienza cose che l'avrebbero messa in
conflitto con la condizione psichica prevalente del suo ambito
familiare.