Dice un sogno:”A. deve scrivere a..una lettera molto difficile al primo ministro pakistano e dà a me l’incarico .Una lettera molto diffiicle con dei disegnini, un sacco di indirizzi .Io provo più volte ad iniziare a scriverla a mano .Sbaglio ,butto via il foglio e ricomincio.Ma è una cosa molto difficile”.
Come si fa a rappresentare nel sogno una esperienza ,che pur si è vissuta , ma che non ha mai attinto la coscienza?.
Della quale non esistono tracce mnestiche nella coscienza stessa che, ripeto, pur si è inconsapevolmente vissuta?.
Detto in un altro modo: Se nella coscienza non esiste traccia mnestica di una esperienza ,pur inconsapevolmente vissuta , come può questa esperienza rappresentarsi nel sogno ?.
L’invasione del suo sovraccarico libidico da parte dell’inconscio parentale verso l’inconscio infantile è una esperienza spaventosa che però non ha mai attinto la coscienza.
L’ha costretta ad innalzare al massimo le sue difese, per non essere travolta e spezzata da quell’evento, ma di essa non esistono nella coscienza tracce mnestiche che possano fare da simbolo per , in esso, rappresentare quel significato/informazione.
Questa è la difficoltà rappresentata da quel sogno.
La coscienza del Sé (A.) non sa come scrivere una lettera complicata (il sogno) diretta all’ego.
Non sa come rappresentare nel sogno quell’evento funesto che non ha “parole” (cioè simboli) per potersi rappresentare.
Affida quel compito difficile al Sé il quale però è in difficoltà esso pure.
Come a dire che di fronte a quell’evento fondante della condizione dissociativa della coscienza si è “senza parole”.
In realtà , avendo integrato i significati del proprio Sé ciò ha eliminato dalla coscienza i suoi sostituti protesici, le protesi del falso sé e le corrispondenti coazioni (che probabilmente sono nomi diversi per indicare lo stesso “oggetto psichico”) nonché tutte le radici inconsce che le energizzavano.*
E di conseguenza è cessato il bisogno di integrare quella “esperienza” traumatica e negativa che ha fondato la condizione dissociativa.
(*) L’invasione , subito dopo la nascita, dell’inconscio infantile da parte del sovraccarico dell’inconscio parentale e la comunicazione sensibile parentale , la quale nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza , satura le piccole coscienze di significati castranti sono due facce della stessa medaglia.
Sono le due conseguenze ineluttabili , in tempi diversi, della condizione psichica dissociata dell’ambito parentale sulle generazioni successive.
L’invasione dell’inconscio infantile è un “portarsi avanti con il lavoro”, è “un occupare preventivamente il posto” , lasciando poi completare il lavoro (lo sporco lavoro) alla comunicazione sensibile castrante parentale