14/7/09
Il muro di calcestruzzo.
Sembra incredibile a raccontarlo a chi non ha avuto modo di confrontarsi con quel muro.
Incredibile per chi con quel muro non si è confrontato prima in sé stesso e poi con gli altri.
Per quanto una persona razionale possa essere intelligente , per quanto grande e profonda possa essere la sua preparazione culturale, quando si offre a costei di capire qualcosa del suo mondo simbolico, dei suoi sogni , il senso dei suoi comportamenti ci si trova di fronte ad un muro.
Un muro possente di calcestruzzo.
Ci si trova di fronte ad una incapacità assoluta di capire di quel mondo così importante e vitale per questa persona.
Un mondo che è per essa più importante di qualsiasi altra cosa al mondo.
Ci si trova di fronte ad una incapacità assoluta di capire rinforzata, se è ancora possibile rinforzarla ulteriormente , da un rifiuto pervicace di capire.
Incapacità ed impossibilità di capire, rifiuto di capire, resistenze e paura di sé (per quanto incredibile e assurdo ciò possa apparire).
Di questo materiale è fatto quel muro
Di questo muro ho avuto lunga esperienza in me stesso ed esso ha fatto così tanto parte di me per cui so bene di cosa scrivo.
Un muro che appariva incrollabile in me stesso (ma incrollabile non è stato) e che appare incrollabile nell’altro.
Ma nemmeno nell’altro incrollabile non è.
Chi ha capito di sé e di sé è consapevole sa che, instaurato un legame transferale profondo, si attivano forme di comunicazione che la coscienza non percepisce direttamente ma che agiscono sia nei confronti dell’altro sia nei confronti di chi comprende.
E quel muro di calcestruzzo per vie che sono estranee ad ogni possibilità di comprensione razionale dell’altro lentamente, per il suo unico ed esclusivo bene, si sgretola.
E