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Si tratta di una raccolta di racconti di fantasiosa e comica fantascienza.
Il primo della raccolta di questi racconti è intitolato “La distanza della luna”.
In esso si racconta che un tempo la luna aveva un’orbita molto più vicina alla Terra rispetto ad oggi.
Tanto vicina che nelle notti di plenilunio , grazie alle forti maree che essa provocava sulla superficie del mare, gli uomini andavano con le barche nel punto più vicino tra la superficie del mare e la superficie lunare e con delle scale raggiungevano agevolmente tale superficie.
Quì raccoglievano nel suolo lunare un nutrimento chiamato Latte lunare o Ricotta lunare che riportavano sulla terra.
Ripulito quel nutrimento dalle tante scorie che la superficie lunare aveva raccolto dalla superficie terrestre nel corso della sua così ravvicinata orbita esso diventava nutriente cibo per gli umani.
Appare evidente che si tratta qui di un racconto potentemente simbolico nel quale la luna rappresenta l’inconscio e la terra la coscienza .
Gli uomini e le donne di quel tempo avevano un così buon rapporto con la luna/inconscio da trarre da essa sostanzioso ed abbondante nutrimento.
Fuor di metafora le coscienze di quegli umani avevano solido e continuo rapporto con i contenuti istintuali del loro inconscio (il Latte o la Ricotta lunare) tanto da trarne proficuo nutrimento.
Il racconto prosegue dicendo che lentamente la luna si era via via allontanata sempre di più dalla terra fino a raggiungere l’attuale distanza.
Come a dire che ci fu un tempo in cui gli esseri umani avevano un ottimo rapporto con sé stessi, con il loro inconscio , con i loro istinti e con il loro Sé fino a progressivamente allontanarsene raggiungendo la diffusa e generalizzata condizione psichica di dissociazione di oggi.