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Se un individuo nella infanzia o in età giovanissima vive diverse esperienze particolarmente intense , dolorose e traumatiche egli struttura nella sua coscienza costrutti differenti che con il tempo si radicano nell’inconscio e da quest’ultimo vengono alimentati.
Questi costrutti, derivanti da esperienze molto intense , violente e/o traumatiche, possono generare tipologie diverse di personalità che ,volta volta sia l’ego consenziente o meno, prendono il controllo dell’individuo agendolo.
Si prende spunto da tale patologia mentale per una diversa osservazione.
Il rapporto con l’altro , quando esso attiva corde profonde della psiche (ed il rapporto terapeutico è sicuramente uno di questi), struttura nella psiche dell’analista mini costrutti i quali sono dei modelli in forma emulativa della condizione psichica dell’altro.
Ciò che l’analista costruisce nell’altro, mutandolo, egli inconsapevolmente fa contemporaneamente con questo mini costrutto emulativo che fa parte della sua stessa psiche.
Una regola generale della psiche umana è che tutto ciò che è inconscio all’individuo in un modo o in un altro si proietta e si rappresenta in qualche evento del suo ambito.
E quindi anche questi mini costrutti in una qualche forma si rappresentano nell’ambito dell’analista , al di fuori del setting analitico.
Ed osservandoli ed interpretandoli ci si rende conto, in una certa misura , della evoluzione della condizione psichica dell’altro.
Questa cosa che è utile sul piano terapeutico e della conoscenza dell’altro ha però una coda velenosa.
Essa in terapeuti non particolarmente coscienti di sé e di sé consapevoli (e quindi con scarse difese psichiche ) può generare nella psiche del terapeuta stesso una infezione psichica incontrollabile , emulata dalla condizione psichica del soggetto che si ha in terapia.