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Uno storico che ha fatto in merito molte ricerche sul campo, antichi registri parrocchiali, ecc., sostiene che i femminicidi nelle campagne venete e non solo sono sempre esistiti.
Solo che a quelle morti femminili non era ancora stato dato un nome che li accomunasse.
Le donne nei campi e nei casolari morivano di stenti, di fatica, di mariti che tornavano la sera ubriachi dalle osterie, dove si stordivano dalle fatiche dei campi, e bastonavano le mogli e le ingravidavano, donne che morivano sfinite dai troppi parti, dalla scarsa assistenza sanitaria e così via.
Anche quelli erano femminicidi occulti legati ad una mentalità primitiva, crudele e violenta.
Che la condizione psichica malata, la quale si è tramandata da una generazione all'altra, non ha in molti, troppi, casi mutato.
Tant'è che ancora oggi parliamo di discriminazione e di razzismo di genere, di femminicidi, tanti, ormai classificati a genere criminale e psichiatrico.
Mentre qualcuno fanfaluca di patriarcato si dovrebbe parlare di malattia mentale di genere (maschile ovviamente).
. (scritto il 02/2/24)