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Dopo i grandi ed inutili tentativi di impedire e sabotare la nascita della Unione Europea il Cremlino pensò bene di adottare rispetto ad essa un tattica di guerra che Francisco Franco aveva già adottato nel corso della guerra civile spagnola: La tattica della quinta colonna.
Ed incoraggiò Orban ad associarsi alla Unione Europea sabotandola dall'interno.
La quale Unione europea meno astuta del Cremlino adottò con ingenuo entusiasmo il voto unanime per le decisioni più importanti.
E da quel momento si consegnò, mani e piedi legati, ad Orban che era entrato nella Unione con il freno a mano tirato e con il piede ben fisso contro il freno.
Da una parte riceve a man bassa congrui finanziamenti dalla Unione e dall'altra parte il suo piede preme sempre più forte sul freno.
Putin che era stato tenuto fuori dalla porta della Unione ora da tempo e sapientemente entrato dalla finestra e se la ride.
Questa strategia, più sottilmente, è stata applicata dal Cremlino anche nei confronti di alcuni partiti di destra dei vari paesi della Unione i quali in cambio di grossi ed occulti finanziamenti fanno nei confronti della Unione lo stesso lavoro di Orban.
Del resto il presidente ungherese Orbán ha affermato "apertamente che «la Russia, la Turchia e la Cina» erano esempi di «nazioni di successo» cui l'Ungheria si sarebbe dovuta ispirare in un percorso politico teso alla fuoriuscita dal sistema di democrazia liberale" . Tra i modelli indicati da Orbán figura anche Singapore...".
(scritto il 23/3/23)