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Si tratta di un monaco buddista (?) vissuto fino al 250 d.c.

Viene talora avvicinato a Wittgenstein (e qualche volta a Nietzsche).

Entrambi sfidano i limiti della loro logica ed esercitano fino alla esasperazione la loro potente razionalitą.

E Nietzsche, sfora quel limite, sconfinando anche nel delirio.

E’ all'esatto opposto di Eraclito il quale di sč e del Sč  dice e significa molto.

E pur nella mia ormai illimitata presunzione ed altrettanta illimitata ignoranza (si sa gli estremi si toccano), mi sorge il dubbio che Nagarjuna non fosse proprio per nulla un monaco buddista o fosse di una diversa corrente da esso.*

Troppa logica, troppa razionalitą, e troppe incertezze circa il Bhudda.

Il quale, sia che si sappia sia che no,  molto  coincide con il Sč inconscio dell’individuo e con il vuoto della sua coscienza del Sč.

E nulla di tutto ciņ viene espresso e nemmeno significato da quell'antico filosofo.

Non vale i tre e. spesi per acquistare l'eBook.

(*) D'altronde č passato troppo tempo da quell'antico tempo, i testi sono incerti  e le varie traduzioni dal cinese , da parte degli studiosi occidentali , hanno un largo margine di problematicitą.

 (scritto il 25/3/23)

 

 

 

 

 

 


 

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