Una quantità di persone ,in assoluta buonafede, pensa inconsciamente che tutto ciò che arriva dalla realtà sensibile , quale che sia la forma di quella comunicazione, è “malvagio” e “cattivo”.
Qualcosa da cui difendersi o quanto meno qualcosa di cui sospettare e da cui diffidare.
Ogni super elaborato complotto viene sempre da là, ogni potere forte che trami nell’ombra lì risiede e da là inganna , ogni narrazione , non importa quanto corroborata dai fatti , che da là provenga è inevitabilmente ingannevole .
E così via.
Nel corso della infanzia una qualche comunicazione castrante che abbia bloccato il processo di crescita psichica spontanea è pervenuta alla coscienza del soggetto proprio dalla realtà sensibile .
E per di più da un ambito familiare , inconsapevole ed incolpevole, verso il quale il soggetto aveva espresso e riposto i suoi migliori sentimenti.
Della realtà sensibile occorre pertanto diffidare al massimo grado.
Peraltro quella comunicazione infantile castrante ha insegnato alla coscienza a diffidare anche dell’inconscio e dei suoi contenuti.
Per cui all’individuo non è rimasto più nulla in cui riporre la propria fiducia.
E più soli e disperati di così non si può perciò essere.
E questa è di solito la condizione emozionale profonda dell’individuo dissociato da sé.
In questo contesto la sovrapposizione fantasmatica ed illusionistica con la quale la proiezione inconscia attinge l’oggetto reale ha un suo valore consolatorio al quale disperatamente aggrapparsi.