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La perdita della proiezione sulla donna del proprio femminile (negato, represso , inconscio) , perdita causata dall’abbandono della propria partner , genera sofferenza .
Talora , a causa della condizione di schermatura psichica dell’uomo , essa viene negata e talora nemmeno percepita.
Questa sofferenza scatena l’odio inconscio nei confronti della figura materna castrante , figura essa pure proiettata sulla donna.
Nell’inconscio dell’uomo si genera una miscela esplosiva che attiva e scatena il conflitto intrapsichico latente e che induce all’azione.
E l’azione psicotica conseguente è ormai talmente frequente da dovere preoccupare non solo le forze dell'ordine ma anche i servizi sanitari nazionali.
L’azione scatenata da quel conflitto e da quella miscela esplosiva si rivolge violentemente verso la donna e verso la sua vita.
E scatta il femminicidio.
Il complesso di castrazione dell’uomo , il quale contro quella donna ha spesso indotto una vita di comportamenti violenti e di sopraffazioni, conclude così la criminale ed orrenda mission che lo caratterizzava e che per anni lo ha animato :La distruzione e l’autodistruzione.