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Il maestro Girello insegnava , malvolentieri, in una media di periferia.

Una mattina delle solite si svegliò di colpo a causa di un sogno potente che anche da sveglio lo faceva vibrare tutto.

Nel sogno con grande  foga dirigeva una scomposta orchestra di stridi, di urla, di confusione eppure tutto ciò produceva  un suono potente ed indescrivibile che era e non era armonia ma che diceva di grande forza che parla.

Si vestì in fretta  con una gran voglia di andare a scuola dai suoi ragazzi.

Nel tram che correva verso la scuola rimuginava tra sé il suo strano sogno .

Sapeva che doveva fare qualcosa , qualcosa per sé ma soprattutto qualcosa per quei ragazzi e quelle ragazze che proprio in quei stessi momenti stavano entrando nella scuola strascinando i piedi.

Giunto in classe salutò tutti e senza nemmeno pensarci buttò sul tavolo  il libro del quale doveva spiegare il capitolo XII.

Si rivolse alla classe e quasi trascinato da una sua forza interiore chiese d’impeto a tutti:- Cosa avete sognato stanotte ?.

Tutti lo guardarono stupefatti e con gli occhi sgranati.

Girello insistette:-Cosa avete sognato stanotte ?. Tu , Franchina , si rivolse ad una ragazza tra le più fantasiose del gruppo, tu cosa hai sognato?.

Franchina sobbalzò , si fermò e poi quasi sovrapensiero disse :Mi pare di aver sognato un cavallo che pascolava in un prato.

Il maestro chiamò alla lavagna Giannino che aveva una bella calligrafia e gli fece scrivere cavallo e prato in un angolo della lavagna.

Chiese a tutti :-Cosa vi viene in mente sul cavallo di Franchina ?.

Cominciarono a capire il gioco nel quale li stava trascinando il maestro.

Uno disse che Franchina voleva cavalcare e Franchina disse che il cavallo era placido e calmo e forte.

Un altro disse una oscenità sul cavallo e sui suoi attributi  e Giannino ubbidiente scrisse sulla lavagna.

Teseo disse che gli piaceva il prato verde e le sue margherite che occheggiavano quà e là.

Lorella disse che il cavallo ha quattro zampe fatte per correre libero nella prateria.

Girello si rivolse allora a Tesina ,una ragazza timida ed introversa , e le chiese:- E tu, e tu,  cos’hai da dire ?.

Tesina arrossì fin dentro la radice del collo e Girello le prese le mani e disse forte:Ti chiami Genuflessa tu?, hai un peso enorme sulle spalle ?.

Tesina respirò forte e come spinta verso l’alto cominciò ad alzarsi in piedi  e sempre più forte disse:So.. sono stufa, basta non ne posso più!.

E non lo diceva al maestro ma a sé stessa .

Si alzò in piedi e sempre più forte urlò :Basta!, e salì sulla sedia con le lacrime agli occhi.

E rimase là in piedi , stupita di sé.

Giannino le lasciò di colpo le mani che stringeva così forte che sia le sue che quelle della ragazza erano diventate violacee.

Gli altri continuarono ad esprimere i loro pensieri liberi e Giannino velocemente continuava a scrivere sulla lavagna che era ormai quasi del tutto piena di senso..

Passava nel corridoio intanto la preside e sentendo urla e brusio nella classe origliò per qualche istante e  poi aprì la porta.

Giannino la invitò ad entrare le mise una sedia vicino alla porta e la invitò a sedere e ad ascoltare.

Toni intanto diceva di praterie nelle quali molti cavalli correvano liberi e avevano  le schiene fumanti di sudore.

Andarono avanti così per alcuni minuti e di colpo Giannino si rivolse verso la preside che ascoltava esterefatta  e le chiese:-  E a lei, si proprio a lei,  cosa viene in  mente ?.

Colta di sorpresa la preside sobbalzò sulla sedia e disse di colpo:-Un gran caos (stava per  dire un gran casino ma si fermò appena in tempo).

Giusto , disse Giannino, un gran caos anzi un gran casino (quasi leggendole nel pensiero).

Continuò :Questo stiamo facendo , disse rivolto alla classe , un gran casino. Stiamo dirigendo verso l’espressione spontanea e libera il nostro grande caos interiore, la nostra fonte creativa, quel grande deposito di vita interiore che mai abbiamo coltivato ed al quale mai abbiamo dato modo di esprimersi.

Si accasciò sulla sedia sfinito mentre suonava la campanella della ricreazione.

 

 

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