.               .

Il racconto della propria storia familiare ad un ascoltatore paziente è la cosa lontanissima,  ma pur sempre meno lontana di altre, dalla psicoterapia.

Ha un effetto catartico sul narratore o sulla narratrice ma non ha, com'è ovvio, un effetto mutageno sulla sua coscienza e sulla sua condizione psichica.

Ha la stessa valenza e gli stessi effetti rassicuratrici della confessione nella religione cattolica o della confessione in pubblico delle religioni protestanti.

Per altro verso raccontare le fiabe ai bambini, sapendole scegliere, può aiutare ad alleviare  seppur leggermente il doloroso trauma continuo dell'imprinting.

Sarebbe questa una comunicazione parentale ben diversa da quella consueta, una comunicazione corroborata dall'amore e dalla valenza simbolica della fiaba.

Esattamente, come per gli adulti, il racconto simbolico e rappresentativo nel teatro e nel cinema i quali  veicolano vagonate di significati, purtroppo fin troppo spesso inutilmente data la rigidità delle coscienze degli ascoltatori e la loro incapacità di cogliere di quelle narrazioni le valenze simboliche.

    .                                              (scritto il 12/2/24)

 

 

 

 

 

 


 

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