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Ascoltavo alla tv una pianista, molto brava,  Beatrice Rana la quale suonava senza spartito le Variazioni Goldberg di J. S. Bach.

Trentuno piccoli gioielli musicali   nei quali l’aria iniziale viene ripetuta  uguale a sé stessa anche alla fine.

Impressionava della pianista la maestria della esecuzione e la lunghissima sequenza di digitazione sulla tastiera.

Un esercizio continuo e ripetuto (quello necessario per apprendere l'intera sequenza di digitazioni)  ci dice di una coscienza “duttile” nella quale , grazie al continuo e ripetuto sempre uguale esercizio, quella lunghissima sequenza si INPRIME.

Ed al momento della esecuzione del concerto la "programmazione " appresa dalla coscienza  viene richiamata , quasi automaticamente , nella esecuzione del lungo pezzo musicale.

Il comportamento dell’ambito parentale , comportamento ostile al Sé, ai contenuti istintuali  ed all’inconscio dei figli , se ripetuto in un lungo arco di tempo (tutta l’infanzia e tutta l’adolescenza dei figli stessi ) sempre uguale a sé stesso IMPRIME nella duttilissima coscienza in formazione dei bambini una condizione psichica ad immagine di quella di quell’ambiente parentale.

Ed i figli di questa condizione psichica vivranno ed agiranno per tutta la loro vita.

Il loro comportamento sarà dettato automaticamente da quella condizione psichica.

L’adattamento successivo cercherà di porre rimedio , per quanto possibile , alle devianze imposte da quella condizione.

I significati veicolati da quei comportamenti parentali e talora soprattutto l’assenza di significati da essi veicolati  “insegneranno” inoltre alla coscienza infantile l’inesistenza del significato.

Che è come dire in altro modo che l’inconscio non esiste e che i  sogni e la vita non hanno alcun significato.

Un modo altro per indurre e perpetuare dissociazione.

 

 

 

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