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Il gatto Giò è un grosso randagio bianco e nero che ama tantissimo le carezze.
Ha un problema però.
Se si avvicina la mano per carezzarlo graffia e morde di brutto.
Un po' alla volta ho capito che la mano nuda è un oggetto che forse qualche volta per lui ha significato sofferenza e paura.
Ed allora ho ricoperto la mano con un guanto di cuoio da lavoro.
Ed ora il gatto si lascia coccolare fino allo sdilinquimento.
Ma ho capito anche che per il gatto la mano e la mano guantata sono due oggetti diversi.
La prima fonte di paura e la seconda fonte di affetto.
Lo stesso identico oggetto.
E ho capito anche che per gli esseri umani i linguaggi simbolici sono un mezzo per difendere la loro coscienza da ulteriori dolori, da ulteriori sofferenze, da ulteriori paure e terrori.
Eh sì,!.
Come specie ne abbiamo passate tante ed anche come individui.
Ed allora la coscienza per difendersi dalle tante sofferenze subite fin da subito dopo la nascita, dalle tante paure e terrori inflittegli dall'imprinting infantile (sofferenze e terrori dalla stessa vissute nella totale inconsapevolezza dell'ego) ha "indossato il guanto di cuoio".
Si è difesa dapprima dissociandosi dalla fonte di quelle sofferenze e da quei terrori cioè dall’inconscio (ricordate di quando ho descritto il tragico riversamento di contenuti dall'inconscio parentale nell' inconscio infantile subito dopo la nascita ?) e subito dopo adottando i linguaggi simbolici come difesa da quel contatto generatore e fonte di sofferenza e di paura.
E per giungere alla coscienza del Sè e risanare la coscienza occorre dunque prosciugare il lago fetido, patologico e patogenico imposto dall'imprinting infantile.
INTERPRETANDO i tanti significati di quella marea di simboli, dei tantissimi "guanti di cuoio" con la quale la coscienza si protegge e si difende dal dolore, dalla sofferenza e dal terrore vissuto.
E perché questo avvenga ci vuole un sacco di tempo.
Pomeriggio
NoNoSu questa cosa occorre molto riflettere.
Premetto che oggi come oggi lo studio e le tecniche mentali (definite terapia analitica e autoanalisi) nonché le diverse tecniche mentali usate dal buddismo sono tra gli strumenti mentali e culturali più avanzati che esistano per fare mutare ed avanzare un attrezzo psichico stupido, quanto mai altri, e pur importantissimo chiamato "coscienza dissociata".
Tanto per capirne l'importanza questo attrezzo stupido ed importantissimo ha tenuto inchiodata la specie umana per millenni in una condizione di sviluppo psichico bloccato* facendole credere, tanto per fare un esempio, che quella specie fosse fornita di una sola intelligenza (l'intelligenza razionale) mentre essa (il suo cervello) era in grado di svilupparne un'altra (l'intelligenza intuitiva) la quale è in grado di capire in settori nei quali l’intelligenza razionale NON PUO’ CAPIRE.
Questa limitazione ed i conflitti intrapsichici da essa imposti (ed agiti nei comportamenti umani) hanno generato una storia della vita nel mondo intrisa di sangue, di distruzioni e di sofferenze inimmaginabili.
La psicoanalisi ha dato la possibilità ad un certo numero di esseri umani tra i tanti individui della specie, insoddisfatti di come vivevano, di diventare psicoanalisti consentendo loro di sviluppare nella propria coscienza una LARVA di funzione intuizione.
E, ad un numero molto più alto, di superare, in tutto o in parte certe loro problematiche.
Grazie soprattutto a C.G. Jung.
Il quale, pur giustamente considerato un grande maestro della psicoanalisi, ha, senza volerlo e senza saperlo, paralizzato lo sviluppo della psicoanalisi (e quindi dei futuri psicoanalisti) ad una teoria delirante.
Definisco come delirante qualsiasi teoria scientifica che non abbia riscontro (sia esso sperimentale o no) con la realtà dell'esistente.
Per quanto riguarda Jung posso immaginare che quel blocco fosse dovuto ai suoi tempi ed alle condizioni sociali di allora (si era ai tempi del nazismo e del fascismo, forse il tempo del massimo sviluppo possibile dei più feroci e crudeli complessi di castrazione almeno per quanto riguarda la storia umana recente) nonché di una ancora limitata conoscenza della fisica quantistica.
Eppure Jung aveva intuito che essa era il pezzo di strada da percorrere.
E lo aveva capito, io credo, quando aveva scoperto i fenomeni di sincronicità.
Che solo i meccanismi della fisica quantistica possono ben spiegare.
Ma non erano ancora i tempi giusti.
E l'aiuto per pur W. Pauli, Nobel per la fisica e suo paziente, gli ha fornito non sono bastati a sviluppare quella intuizione.
Ma detto questo come mai tutti gli psicoanalisti junghiani i quali dopo Jung hanno fatto terapia didattica per diventare psicoanalisti si sono fermati alla teoria ultima (e come ho detto delirante) di Jung?.
E non hanno portato più avanti di così la teoria in psicoanalisi?.
Potrò sbagliarmi ma credo che ciò sia dipeso dal fatto che i psicoanalisti didatti, che avevano ultimato la formazione, hanno creduto, proprio a causa di essa, di essere diventati psicoanalisti formati.
E si sono seduti.
Anziché credere in sè stessi, superare la teoria di formazione e andare avanti con l'autoanalisi.
Buttando a mare ciò che di Jung non li convinceva più e andando verso la coscienza di sé.
Verso il proprio Sè (evidentemente tradito da quella teoria), Sé negato e rinnegato proprio da coloro che più di altri in sé stessi (e non in una teoria diventata ideologia) avevano il dovere di credere.
(*) E bloccando con ciò, oltre a distorcere tragicamente e drammaticamente la storia della specie umana e della vita nonché quella del Pianeta e del suo ambiente naturale, ogni ulteriore conoscenza scientifica possibile.
(scritto il 6/4/23)