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Costruire teorie , più o meno verosimili e quasi mai vere, risponde al bisogno della razionalità di catalogare il mondo ed inquadrarlo in uno schema quale che esso sia.
Una delle tante teorie esistenti viene talora definita “visione del mondo”.
Il problema è:
- Ma il mondo nella sua indefinibile ed infinità varietà di esistenze ha bisogno di una teoria ?.
- Esiste o può esistere una teoria che “intrappoli” il mondo in un qualsivoglia schema ?.
La teoria come si è detto risponde al bisogno della razionalità di avere uno schema di riferimento nel quale e dal quale sentirsi rassicurata.
Il vedere dei confini che delimitano una certa realtà è oggettivamente rassicurante.
Chi non ha mai provato quando si è in mezzo all’oceano l’angoscia dell’indefinito ?
E come rassicurante appare all’orizzonte la costa che dell’infinito mare segna un limite.
La teoria non è indispensabile ma è pur tuttavia utile .
Essa segna i progressi di un percorso , è un punto fermo di esso , qui ed ora, fino al momento in cui diventa necessario modificarla ed attualizzarla.
Si è conquistato allora un altro punto fermo e si può andare ancora più avanti.
Come uno scalatore il quale nella parete fissa un chiodo al quale aggrapparsi per poi fissare, grazie al precedente, un altro chiodo un po’ più in alto abbandonando quello di prima.
Ad un certo punto della scalata si scopre però che i chiodi e le teorie non servono più a nulla per la semplice ragione che si è arrivati in cima.
E sull’immenso pianoro della vetta servono allora soltanto i fondamentali e primitivi “attrezzi” dei quali la Natura ci ha fornito .