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Per descrivere l’interazione mutagena che l’osservazione sperimentale nella fisica quantistica ha sui fenomeni fisici che si osservano Schrodinger esemplificò la cosa con questo famoso esperimento mentale:
Egli immagino un gatto chiuso in una scatola sigillata .La condizione del gatto dentro di essa non era nota.Il gatto dentro di essa poteva essere vivo o morto o qualsiasi altra cosa nel campo del possibile e dell’impossibile.
Solo nel momento in cui si apre la scatola è possibile venire a conoscere della condizione reale del gatto.Così come determinata da questa osservazione.
Ma nulla è dato sapere di quella condizione prima di essa.
Trattasi di una sorta di esperimento mentale inventato dal fisico Schrodinger il cui senso è:”Sappiamo come stanno le cose in seguito alla loro osservazione ma nulla sappiamo e nulla possiamo sapere come esse fossero prima che le osservassimo”.
L’irrisolvibile incertezza dipende dal fatto che ad un certo livello di fenomeni , tipicamente nella fisica delle particelle elementari , l’osservazione dei fenomeni interagisce con essi e perciò stesso ne muta la natura .
A titolo di pura speculazione intellettuale (cose che succedono quando è uno è sfaccendato) ci si chiede se l’esperimento mentale di Schrodinger possa applicarsi alla psicoanalisi.
Noi nulla sappiamo dell’inconscio e meno che mai nulla sa di esso l’individuo cui quell’inconscio appartiene .
O forse sarebbe meglio dire che nulla sappiamo dell’inconscio cui quell’individuo appartiene.
Nulla sappiamo dell’inconscio, “oggetto” indeterminato ed indeterminabile come mai altri.
Ci aiuta nella ricerca la funzione onirica.
Il sogno nell’istante T, quì ed ora , ci dice dello stato di quell’inconscio nell’istante in cui la funzione onirica ha eseguito la sua osservazione e ce ne ha riferito con quel sogno.
Ma che caratteristiche aveva quella condizione prima che la funzione onirica facesse la sua osservazione ?.
Ancora una volta : Sappiamo come stanno le cose in seguito alla loro osservazione ma nulla sappiamo e nulla possiamo sapere come esse fossero prima che le osservassimo