La realtà non conta nulla.
E’ solo un coacervo di rappresentazioni alimentate dalle proiezioni inconsce.
Le quali rappresentazioni con le loro suggestioni alimentano continuamente la patologia mentale e non solo.
Può essere utile talora interpretare quelle rappresentazioni.
Ma più di questo …
L’inconscio è il motore salvifico brutalizzato e schiacciato insieme ai suoi istinti da coscienze dissociate , cieche, ottuse e talora brutalmente castranti.
La coscienza è l’oggetto da mutare.
Essa è l’oggetto su cui lavorare affinchè a feedback si possa operare per la liberazione dell’inconscio dei suoi istinti e del Sé dell’individuo.
Il mezzo esiste ed è la funzione onirica.
Lo strumento indispensabile da generare nella coscienza e far sviluppare in essa, esiste pur esso.
Ed è la funzione intuizione.
La grande battaglia della psicoanalisi è che su un campo arido da sempre che non vede acqua da secoli anche la goccia propinata da un analista, il quale solo una goccia può dare, purtuttavia fa crescere un seppur microscopico orto.
E al disperato paziente anche ciò è d’aiuto.
E ci si inorgoglisce allora per il successo terapeutico e per la fondatezza della propria più o meno striminzita teoria.
Non comprendendo che quel deserto malato di acqua ne ha bisogno una cisterna.
E l’ego?.
Finchè esso non decide di assumere su sé stesso la responsabilità di sé e della propria vita non si accorgerà mai di nulla , nulla capirà e tutto passerà sopra la sua testa.