Quando si cominciano a vedere, a vivere ed a capire i fenomeni di sincronicità e si riscontra in ciascuno di essi lo stesso significato di un sincronico evento psichico (un sogno , un certo passaggio psichico, ecc.) si comincia ad avere la sensazione che si stia lavorando lungo la strada giusta in sintonia con ciò che io definisco “la Natura”.

Quando poi quei fenomeni attingono e coinvolgono meccanismi elettronici o individui della specie umana e di altre specie ed ogni spiegazione circa la natura dei collegamenti possibili sfugge alla ragione si comincia a pensare che ciò che ho prima definito “Natura” potrebbe essere qualsiasi cosa.

Una “cosa” che trascende l’individuo, ogni individuo e che, in qualche modo incomprensibile, orienta e guida la vita con una potenza ed un progetto che ci trascende.

Potrebbe essere il codice genetico individuale, il codice genetico di specie,  Dio, il sistema omeostatico degli atomi e molecole che sono componenti del tutto.

Potrebbe essere un non meglio definito Destino.

In questo sono aperto ad ogni ipotesi, suggestione e congettura possibile.

Dato che di tutto ciò nulla  so.

Quando però si arriva a questo livello di consapevolezza con la certezza di non essere del tutto impazzito e si avverte quella sensazione che in qualche modo sostiene e nello stesso tempo spaventa ogni critica si vive come se fosse acqua fresca che corre sui vetri.

Pur nella consapevolezza della propria fallibilità e della propria inadeguatezza*.

(*) Tanto per sdrammatizzare viene in mente una frase di  Jake ed Elwood dei Blues Brothers. I quali mentre producevano  disastri catastrofici affermavano serissimi e senza nemmeno arrossire :”Siamo in missione per conto di Dio”.

 

 

 


 

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