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Questa che segue è una congettura.
La musica orecchiabile entra nella coscienza e con molta facilità si canticchia o si fischietta all’occorrenza.
E’ possibile che la musica orecchiabile (che si tratti di pezzi di opera , di musica classica o di canzonette) abbia questo effetto in quanto essa (ma non solo essa) veicola nel suo specifico linguaggio musicale dei significati (normalmente incomprensibili) che entrano in “risonanza” con identici significati inconsci innati nella coscienza.
Per dirla in un altro modo questo particolare aspetto del mondo sterminato della musica è possibile veicoli taluni significati del Sé , se non addirittura l’intero “pacchetto” dei significati del Sé, che entrano in risonanza con i corrispondenti significati innati nella coscienza.
Ed è proprio questa “risonanza” , questa loro capacità di entrare in risonanza con i significati del Sé innati (al di là della possibilità e della capacità della ragione e perfino della stessa intuizione di comprenderli) che rende ,questi particolari aspetti della musica, orecchiabili, facile da essere riprodotti e canticchiati, così piacevoli e così facilmente apprendibili.
E questa loro caratteristica svela che questi pezzi sono il prodotto di una ispirazione creativa che ha profonde radici nell’inconscio tanto da potere veicolare da esso quei significati in quella forma incomprensibile ma così facilmente apprendibile.
Si potrebbe fare un paragone con la intuizione.
Quando una cosa è facile da capire si suole dire di solito che è intuitiva.
Mentre se è difficile da capire si dice che è contro intuitiva.
Capire i sogni , quando la funzione intuizione ha raggiunto un buon livello di sviluppo, è “facile e spontaneo”.
L’insight “entra” nella coscienza spontaneamente, mutandola, e l’ego si limita a raccogliere i frutti di questa nuova informazione, di questo nuovo significato.
Così parrebbe fare la musica cosiddetta orecchiabile.