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Apuleio nelle sue Metamorfosi racconta delle terribili prove cui si dovrà sottoporre la bellissima Psiche per potere infine ricongiungersi con il suo amato, il bellissimo Amore, che altrettanto intensamente l'ama.

Antica fiaba che rappresenta SIMBOLICAMENTE le difficoltà dei processi di crescita psichica della coscienza, difficoltà da affrontare affinché il Sè dell'individuo (l'insieme delle sue informazioni genetiche) possa congiungersi con la coscienza stessa.

Tutto comincia, nella realtà stavolta e non nella fiaba, quando nel percorso della vita, o nel percorso della terapia, l'individuo incontra l'amore e la libido* comincia ad attingere ed a stillare nella sua coscienza.

Inciso: Il gruppo scultoreo di Antonio Canova, denominato appunto "Amore e Psiche",  dice dell'Amore e della Passione molto più di qualsiasi poesia.    

  

Quando le false informazioni del falso sè hanno totalmente saturato la coscienza infantile innata, quando il/i complessi di castrazione danno grande sostegno alla coscienza dissociata e l'adattamento secondario si è appiattito sul falso sè può accadere che la credenza dominante inconscia della coscienza sia il CREDERSI UN DIO.

Nasce così il delirio di onnipotenza che è il sintomo specifico di questa condizione di patologia estrema della coscienza.

Il delirio di onnipotenza non ha limiti nella sua azione induttiva nella ideazione e nel comportamento.

Esso viene potenziato dal corrispondente e speculare delirio dei tanti "fedeli" che quel dio falso (il famoso vitello d'oro) inconsapevolmente "adorano".

È il trionfo assoluto del Narciso senza limite e fuori da ogni controllo che spesso si sviluppa e si potenzia negli uomini che hanno conquistato qualche potere, piccolo o grande che esso sia.

Se il potere conquistato ha una certa rilevanza sociale, politica ed economica il seguito non promette nulla di buono per nessuno.

                                                         (scritto il 27/2/25)

 

 

 

 

 


 

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