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Le nuove acquisizioni di conoscenza , quale che sia la modalità con le quali ad esse si è arrivati, impongono un cambio di ipotesi.

Il primo nucleo di coscienza del Sé che affiora alla coscienza del bambino/a, subito bloccato al confine tra inconscio e coscienza dalla ostilità delle coscienze dissociate dell’ambito parentale infantile, è possibile che non soccomba in quell’incistamento claustrofobico nel giro di qualche mese o di qualche anno.

E’ invece possibile che questo micronucleo di coscienza del Sé rimanga attivo nella vita dell’individuo venendo continuamente alimentato dai suoi rapporti libidici con l’inconscio.

Tale nucleo soccombe e muore quando la coscienza ha completamente integrato in sé l’immagine del Sé con tutte la sua pluralità di connessioni con i contenuti istintuali dell’inconscio.

A quel punto la coscienza del Sé  completamente integrata va a sostituire quel primo arcaico nucleo di coscienza di sè.

E’ possibile che l’individuo adulto il quale vive in una condizione di coscienza dissociata, convivente con quel micronucleo di coscienza del Sé , vivrà una condizione di profonda depressione ogni volta che quel primo micronucleo di coscienza di sé perda temporaneamente, per un qualsiasi motivo, la sua connessione libidica con l’inconscio.

Analogo fenomeno si verificherebbe , nell’individuo creativo , quando cessi per un qualsiasi motivo il flusso della ispirazione creativa subentrando perciò nell’individuo  un senso di morte interiore.

In altri casi quando questo blocco diventa permanente può ipotizzarsi che , quale che sia la forma dell’exitus, la vita cessi.

 

 

 

 

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