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Osservavo, ed ascoltavo insieme, una brava pianista, Beatrice Rana, che suonava su un grande piano le “Variazioni Goldberg” di Bach.
E osservavo la eccezionale memoria che muove la digitazione sui tasti senza l'ausilio dello spartito.
Questa cosa eccezionale mi stupisce sempre.
Perchè dietro c'è la lunga fatica dei continui esercizi al piano fino a memorizzare i tantissimi movimenti minuti della digitazione relativamente all'intero spartito.
Cosa succede con il continuo esercizio sempre sullo stesso spartito?.
Il movimento minuto viene prima appreso dalla coscienza percettiva neuronale e la continua ripetizione della informazione la fa progressivamente sprofondare, radicare, nell'inconscio.
Il quale è il motore psichico che in sinergia con ciò che la coscienza ha memorizzato MUOVE l'azione, induce l'azione.
Induce la complessa e lunga mobilizzazione delle dita e delle mani in ogni seppur sottile articolazione del movimento.
E ciò per produrre ogni singola nota, ogni singola pressione sul tasto, ogni spostamento della mano e delle dita sulla tastiera.
Nessuna memoria per quanto sviluppata potrebbe produrre volontariamente questa enorme complessità di movimenti e per tanto tempo.
E' l'inconscio a generare ciò, lungamente addestrato a produrre quella complessa e meravigliosa complessità.
Pensate all'imprinting infantile.
Per tutta la durata della infanzia e della adolescenza vengono ripetuti alla coscienza dei figli dall'ambiente parentale sempre gli stessi significati castranti.
I quali lentamente si riconnettono agli stessi significati che il riversamento originario dall'inconscio parentale ha depositato nell' inconscio infantile.
Significati castranti nell'inconscio (lì riversati subito dopo la nascita) e stessi significati castranti nella coscienza e nella memoria.
E la psiche infantile ed adolescenziale si farà così specchio della stessa psiche dei genitori o quanto meno del genitore prevalente, di quello psichicamente più malato.
(scritto il 13/4/23)