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"Vincenzo de Pretore" è il titolo di una lunga e straordinaria poesia di Eduardo de Filippo.

E’ praticamente più che una poesia una piccola opera teatrale.

Recitata da Eduardo stesso o da Toni Servillo , che gli infondono potenza d’espressione, risulta ascolto straordinario ed emozionante.

Naturalmente questa opera creativa è ricca di significato.

Essa, come si farà nel seguito, può essere interpretata e si vedrà che rispetto alla ricchezza e densità di espressione della poesia la sua interpretazione appare povera cosa.

Ciò insegna.

L’inconscio ha una ricchezza di contenuti espressivi (puntualmente riproposti nei sogni) che l’interpretazione intuitiva dei significati , pur indispensabile, riduce a ben piccola cosa.

L’interpretazione è sempre fortemente sminuente, fortemente impoverente, molto riduzionista  rispetto alla ricchezza dei contenuti significativi dell’inconscio .

Solo l’opera d‘arte riesce ad esprimere, e sempre parzialmente, quella  ricchezza di contenuti.

La musica più di qualsiasi altra.

E veniamo a de Pretore Vincenzo.

La trama in breve e altrettanto in breve l’interpretazione.

 

De Pretore è un piccolo ladruncolo che si arrangia al furto per sopravvivere.Dopo avere scontato una pena in carcere decide di “assumere” come suo protettore San Giuseppe.Gli accende candele , lo festeggia ,lo prega ecc. convinto di potere continuare  a rubare avendo la sua protezione. Un giorno un derubato lo uccide e l’anima di de Pretore bussa alla porta del Paradiso  chiedendo di entrare essendo il “benvoluto” di San Giuseppe.San Giuseppe ovviamente non lo conosce e gli rifiuta l’ingresso.

 

Il contenuto istintuale dell’inconscio (De Pretore , un mariuolo ma anche uno straniero, anche un ebreo, anche un nero, anche ecc.) confida nel suo mediatore (San Giuseppe/funzione intuizione) al fine di accedere alla coscienza/Paradiso .

De Pretore insiste argomentando e San Giuseppe si consulta con il Padreterno che anche lui rifiuta l’ingresso.

 

 

 

Dato che il mediatore/San Giuseppe non lo conosce  (non lo riconosce)  anche il Padreterno/l’immagine inconscia del Sé) rifiuta l’accesso a quel contenuto. 

San Giuseppe non avendo il coraggio di riferire al De Pretore di quel definitivo rifiuto decide di abbandonare il Paradiso. In ciò seguito dalla sua sposa, la Madonna, dal figlio,Gesù Cristo, dalla madre e dal padre della Madonna , Sant’Anna e San Gioacchino, altri e perfino l’Arcangelo Gabriele.

I contenuti della coscienza del Sé , residenti geneticamente nella coscienza, (i vari Santi) non essendo stati attivati dai contenuti istintuali dell’inconscio restano inattivi (si avviano per lasciare il Paradiso)

A questo punto il Padreterno capisce l’antifona ci ripensa,  interroga De Pretore, ne ascolta le valide argomentazioni e decide di farlo entrare in Paradiso

Finalmente al contenuto istintuale dell’inconscio (al “mariuolo”, all’uomo, alla donna, al “brigante”, al “cattivo”, all’ebreo, al nero, allo straniero, al povero, al diverso, al contenuto sessuale negato, ecc.)  viene consentito l’ingresso nella coscienza /Paradiso.

‘E Sante se guardajeno tutte  ‘nfaccia

E ‘ntunajen’ ‘a cchiù bbella Pasturale

comm’ a chella che cantano a Natale

e pe’ Vicienzo che felicità!

E tutti i Santi, tutto il Paradiso,   festeggeranno l’evento per la felicità di Vincenzo.

 

 

 

 

 

 

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