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L’esperienza struttura ad immagine del suo significato, ad immagine del significato che essa veicola, l’area di coscienza che ad essa si dedica e che essa attinge.
E’ ovviamente il significato dell’esperienza che ferisce e talora uccide.
L’esperienza iniziale, o meglio il significato che essa ha veicolato, tenderà continuamente a riproporsi nel corso della vita dell’individuo allo scopo di riattivare e perpetuare gli effetti che sulla coscienza essa ha inizialmente prodotto.
Il comprendere intuitivamente il significato dell’esperienza vissuta , o il che è lo stesso , il significato delle nuove esperienze che quel significato continuamente ripropongono serve a prenderne coscienza disattivandone gli effetti.
A prenderne coscienza via via che la nuova esperienza lo riproporrà.
Il meccanismo originario (nella sequenza: affioramento del contenuto istintuale alla coscienza infantile > azione repressiva e/o castrante dell’ambito > suo significato che ferisce la coscienza > installazione del complesso dissociante o castrante) si riproporrà ogni volta a seguito della azione attivativa inconsapevole dell’individuo che in un modo o nell’altro provocherà la riattivazione della sequenza originaria.
E l’individuo ogni volta inconsapevolmente rivivrà l’antica esperienza ed i suoi effetti castranti nella propria coscienza.