.               .

Come più volte osservato i fenomeni di sincronicità (scoperti da C.G. Jung) rappresentano nella realtà sensibile eventi che veicolano lo stesso significato di un corrispondente evento psichico.

Nel corso della evoluzione del processo psichico in atto parrebbe che questo particolare fenomeno (evento psichico ed evento reale sincronico  aventi lo stesso significato) tenda ad "interiorizzarsi "  nel sistema individuo fino al punto in cui un sogno transferale ed una percezione sensoriale nell'organismo (il loro comune significato)  si producano sincronicamente in quello stesso sistema.

Come a dire che si “verticalizzano”.

Dice un sogno transferale:"Arriva sta donna,  credo la nostra donna di servizio,  arriva dolorante perché il marito l’ha bastonata.Dico agli altri di chiamare polizia e ambulanza in modo da aiutare questa donna.”

In questo sogno si rappresenta l'azione castrante di una coscienza dissociata contro la sua funzione intuizione inconscia  (la donna di servizio) azione che produce sofferenza al Sè del soggetto anche se tale sofferenza non è dalla sua coscienza percepita in quanto rimossa.

L'informazione circa questo stato dell'inconscio e circa quella sofferenza, a causa del transfert, ha raggiunto il mio inconscio producendo da una parte quel sogno e dall'altra parte un potenziamento delle dolenzie negli arti inferiori.

Cioè una azione castrante e simbolicamente violenta contro le funzioni inferiori.

Può essere ciò una percezione soggettiva legata alla personale storia familiare. del soggetto.

E quella azione si indirizza agli arti inferiori forse richiamando punizioni corporali dolorosamente ivi dirette.

In altri casi con altre esperienze infantili il “bersaglio” potrebbe essere il viso o qualche altra parte del corpo infantile colpito.

Parrebbe quindi che la ipotesi in origine formulata circa la funzione dei fenomeni di sincronicità (veicolare significati inconsci alla coscienza percettiva attraverso i sensi) sia fondata.

In questo caso il senso che veicola il significato alla coscienza percettiva sarebbe il senso del tatto.

      .                                              (scritto il 26/2/24)

 

 

 

 

 

 


 

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